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In breve
L’Ateneo di Padova ha nel proprio DNA una forte vocazione internazionale, che l’ha portato a essere in molti periodi dei suoi 800 anni di storia un importante crocevia di studiosi, scienziati e studenti provenienti da tutto il mondo. Guidata dal suo motto “Universa Universis Patavina Libertas” ha sempre saputo svolgere un ruolo di accoglienza per il libero studio dei saperi, la loro diffusione e reciproca contaminazione, in un ambiente multietnico e fortemente multiculturale. Nell’ultimo sessennio questa vocazione mai sopita ha conosciuto un rinnovato slancio, che ha portato l’Ateneo patavino a riscoprire il proprio imprinting internazionale grazie alla stipula di accordi di collaborazione con prestigiosi atenei europei ed extra europei e a un’apertura dei propri insegnamenti a un pubblico di discenti più ampio, grazie alla crescita degli scambi Erasmus, i Double e Joint Degree e il passaggio alla “lingua franca” inglese di molti dei suoi corsi di studio. Per procedere in questo percorso virtuoso, consolidando i risultati e pervadendo ogni singola attività del benefico confronto con la realtà internazionale, pur nel rispetto delle singole specificità delle varie aree che caratterizzano e arricchiscono il nostro Ateneo, ci si dovrà confrontare con vari problemi e vincere alcune sfide.
Internazionalizzazione della nostra comunità studentesca. Aumentare le opportunità di scambi Erasmus offerte alle nostre studentesse e ai nostri studenti, non solo attivando maggiori accordi, quanto piuttosto razionalizzandone la fruizione e semplificando le procedure. Incrementare i double e joint degree dei nostri corsi di studio e l’internazionalizzazione dei nostri corsi di dottorato, sia prevedendo periodi di studio all’estero che l’istituzione di dottorati internazionali. Migliorare ulteriormente la capacità di richiamare studentesse e studenti internazionali, grazie alla maggiore attrattività verso i degree-seeking students dei nostri corsi in lingua inglese, ma anche sfruttando il cambiamento che avverrà nei flussi studenteschi Erasmus dovuto alla Brexit e proseguendo nella fondamentale politica di cooperazione con i paesi in via di sviluppo. Fornire ancora migliori servizi per studentesse e studenti incoming interessati alla nostra intera offerta didattica, sia al momento dell’arrivo quando si debbono confrontare con i vari problemi della burocrazia italiana, sia al momento della partenza, offrendo loro certificazioni di lingua italiana e facendone “ambasciatori Alumni” dell’Università di Padova nel mondo.
Internazionalizzazione del corpo docente e del personale tecnico amministrativo. Incentivare i nostri ricercatori a competere per i fondi di ricerca europei, semplificando e rafforzando i servizi centrali e decentrati che permettano loro di presentare proposte sempre più competitive ai bandi. Essere in grado di attrarre un sempre maggior numero di docenti straniere/i per periodi di studio, ricerca e insegnamento di durata medio lunga, grazie a contratti pluriennali o reclutamento nei ruoli del nostro Ateneo. Stimolare le nostre e i nostri docenti a prevedere periodi di studio, ricerca e insegnamento presso università e centri di ricerca esteri, riconoscendo l’eventuale didattica lì svolta e prevedendo forme di premialità per queste attività. Migliorare i servizi offerti dal personale tecnico amministrativo, razionalizzando i processi e le interazioni tra i servizi centrali e i Dipartimenti, offrendo opportunità di crescita professionale e valorizzazione in questo sforzo di internazionalizzazione, che deve essere condiviso coralmente da tutto il nostro Ateneo.
Prestigio e riconoscimento internazionale. Il nostro Ateneo ha intrapreso un percorso ambizioso, ma assolutamente non eludibile, di crescita del suo prestigio e riconoscimento internazionale. Bisogna pensare alla nostra Università come a un “grande ateneo europeo”, fiore all’occhiello del sistema Italia, le cui prospettive non si collocano in una sterile competizione nazionale, ma piuttosto in un ambito di grandi collaborazioni internazionali. Questa vocazione europea dovrà essere la vision complessiva dell’internazionalizzazione e delle sue strategie: una internazionalizzazione che includa la ricchezza di tutti questi registri e proietti il nostro Ateneo in una posizione strategica rispetto alle politiche e dinamiche accademiche mondiali, come centro di collaborazioni globali variegate, diversificate e inclusive. Un ruolo importante sarà quindi anche svolto dal raggiungimento della giusta collocazione che Padova merita nei molti ranking internazionali, verso i quali il nostro Ateneo ha saputo svolgere negli ultimi anni un ruolo di leadership a livello nazionale per modificarne alcune distorsioni, e dallo sfruttamento delle sfide che i ranking rappresentano come opportunità di crescita e razionalizzazione di molti processi interni al nostro Ateneo.
Premessa
Una riflessione sulle politiche di internazionalizzazione del nostro Ateneo deve essere guidata da una considerazione di partenza: queste politiche non sono uno scopo in sé, ma dei mezzi per migliorare la qualità dell’insegnamento, dell’apprendimento, della ricerca e della responsabilità sociale dell’Università di Padova. Inoltre, internazionalizzazione non significa perdere di vista la nostra storia e la nostra tradizione di Università inclusiva e universalistica, né snaturare le nostre attività e capacità, che invece sono un asset decisivo, su cui costruire nuove dinamiche di crescita e verso le quali adottare strategie di valorizzazione.
L’internazionalizzazione è indissolubilmente associata a quell’ethos “informale” del rispetto delle differenze culturali iniziato 800 anni fa, fatto di libertà di ricerca e accoglienza, e che continua oggi nei nostri curricula in lingua veicolare e /o plurilingua in cui le dimensioni internazionale e interculturale entrano come parte integrante ed esplicita dei loro learning outcomes, e nei partenariati molteplici di ricerca e cooperazione di cui la nostra Università è promotrice.
Nell’ultimo rettorato è stato fatto moltissimo, contribuendo a incrementare la reputazione internazionale, il ranking e l’attrattività complessiva del nostro Ateneo, con importanti progetti di collaborazione, accordi e strategie volte ad attrarre dall’estero studentesse, studenti, docenti, ricercatrici e ricercatori di alto profilo.
Oggi è necessaria una nuova narrazione, che sia capace di consolidare ciò che è stato fatto in precedenza, aprire nuovi orizzonti e onorare l’identità di un’Università generalista, inclusiva e di cittadinanza. Bisogna pensare alla nostra Università come un grande Ateneo europeo, fiore all’occhiello del sistema Italia, le cui prospettive non si limitino a una competizione nazionale, ma piuttosto si collochino in un ambito di grandi collaborazioni internazionali. Questa vocazione europea deve essere la vision complessiva dell’internazionalizzazione e delle sue strategie: un’internazionalizzazione che proietti il nostro Ateneo in una posizione strategica rispetto alle politiche e dinamiche accademiche mondiali, come centro di collaborazioni globali variegate, diversificate e inclusive.
L’Europa e l’educazione superiore europea, diversificata e plurilinguistica, saranno chiamate a svolgere un ruolo decisivo negli scenari globali (o da post-globalizzazione Covid-19) futuri. Se da un lato, la Brexit aprirà sicuramente nuove prospettive accademiche, sia nei confronti della competizione con gli Atenei inglesi per attrarre studentesse e studenti straniere/i, sia nei confronti della collaborazione con essi a progetti e call internazionali, dall’altro il nostro Ateneo deve cogliere la sfida proveniente dai Paesi emergenti. Asia nel suo complesso, America Latina, Europa centrale e orientale e Africa: contesti culturali e scientifici che hanno prospettive di sviluppo e dinamiche, che non sono iscrivibili a una semplice misurazione quantitativa in termini di ranking, ma che possono contribuire a fare del nostro Ateneo un nodo imprescindibile nelle reti di collaborazione internazionali.
Il nostro Ateneo dovrà cogliere le sfide coopetitive del futuro, in cui l’eccellenza scientifica non si ottiene solamente attraverso una competizione agguerrita, ma anche con politiche di collaborazione mirate e variegate, che facciano riemergere Padova come una grande capitale della cultura accademica e scientifica europea, della libertà di ricerca e dell’accoglienza.
La vision del nostro Ateneo in termini di internazionalizzazione dovrà essere un equilibrio tra il porsi nell’area più avanzata della ricerca internazionale e il costituire un punto di riferimento imprescindibile per i Paesi emergenti, grazie alla capacità di fare rete, di collocarsi in nodo e di promuovere azioni diversificate per diverse aree geografiche culturali. In motto, la vision internazionale sarà: eccellere nella cooperazione, competere da grande Università europea.
Relazioni Internazionali
La nostra Università ha sviluppato negli anni una ricchissima rete di accordi internazionali con Atenei di tutto il mondo. Molti di questi accordi sono nati sulla spinta di singole/i docenti o gruppi di docenti e in molti casi non hanno conosciuto uno sviluppo sufficiente per renderli fruibili dall’intera Comunità accademica. In altri casi si è trattato invece di accordi quadro con Atenei prestigiosi, accordi che includevano sia la didattica che la ricerca in più aree e che potrebbero fare da modello per una futura politica di sviluppo più organico e razionale delle nostre relazioni internazionali, possibilmente includendo in essi anche azioni di terza missione internazionale. Negli ultimi anni l’Ateneo di Padova si è fatto promotore e attore di collegamenti e collaborazioni, sia in rapporti bilaterali con Istituzioni straniere sia all’interno di reti accademiche. L’Ateneo ha saputo incrementare la rete dei suoi rapporti internazionali, spesso in passato stabiliti su base individuale e volontaria, ed è entrato o fa già parte di una serie di alleanze strategiche: alcune consolidate e storicamente forti, come Coimbra; altre di rilevanza per ora solo geografica, come UniMed; altre ancora di recente formazione, piccole e molto dinamiche, come Arqus. Inoltre da vari anni l’Ateneo utilizza database come SciVal per individuare possibili partner strategici e ha individuato partner privilegiati con cui stabilire partnership.
Per accrescere e migliorare il grado di internazionalizzazione del nostro Ateneo, si possono individuare obiettivi e azioni da perseguire nel prossimo sessennio:
Internazionalizzazione della Didattica
L’Ateneo di Padova ha compiuto negli ultimi anni passi rilevanti verso l’internazionalizzazione di tutte le sue attività e tra queste quella che forse ha conosciuto la maggiore evoluzione è stata la didattica. Fra gli indicatori di rilievo in tal senso si possono notare sia il significativo incremento delle studentesse e degli studenti internazionali iscritte/i, sia l’aumento dell’offerta di corsi erogati in lingua inglese, più che triplicata L’internazionalizzazione della didattica va quindi vista, nella fase attuale, in un delicato snodo fra incremento quantitativo, consolidamento dei percorsi ed elevazione qualitativa, di modo che iniziative, partenariati, flussi Erasmus, e offerta didattica di I, II e III livello attivino virtuosità e capacità di attrarre docenti, studiose, studiosi, studentesse e studenti di alta qualità. E tutto questo si colloca all’interno della consapevolezza di un Ateneo sito in una città, come quella di Padova, posta a crocevia fra Mitteleuropa e Mediterraneo, per vocazione chiamata a essere una “porta verso Oriente”. In questo senso i ponti gettati dall’Ateneo vanno ulteriormente potenziati e fatti oggetto di strategie mirate: non va trascurato, nello scenario di una “nuova via della Seta”, l’obiettivo di inserirsi da protagonisti nella promozione di una “via culturale della Seta”, attraverso iniziative mirate sia nella ricerca che nella didattica, anche attraverso partenariati e iniziative congiunte. Lo sguardo non si limita, in questo senso, alla sponda cinese di questo complesso e articolato reticolo, ma si apre a diversi scenari del Vicino e Lontano Oriente (ad esempio India, Emirati Arabi e Paesi satelliti), dotati di forti potenzialità anche per lo sviluppo della didattica internazionale. La vocazione internazionale dell’Ateneo non deve peraltro scordarsi di rivolgere le proprie attenzioni anche a “bacini di utenza” importanti, come quello latino-americano e africano, capaci di attivare e mantenere rilevanti flussi di studentesse, studenti, ricercatrici e ricercatori, senza dimenticare l’importanza dei Paesi ex-Commonwealth e del Nord America, di cui sono già note le potenzialità anche in termini qualitativi per partenariati (esistenti e futuri). Del pari, consolidare lo sviluppo delle collaborazioni con l’Oceania, possibilmente con gli Atenei appartenenti ad affiliazioni di peso come “the Group of Eight” in Australia. Tutto ciò si colloca in un contesto europeo da un lato sempre più interconnesso e dall’altro segnato comunque dalla Brexit, e quindi destinato a riproporzionare vari equilibri anche in termini di investimento, oltre che di impatto su partenariati accademici esistenti e futuri.
Per stimolare l’internazionalizzazione della didattica del nostro Ateneo, si possono individuare alcuni obiettivi e azioni da sviluppare:
Internazionalizzazione della Ricerca
L’Università di Padova ha sempre prestato grande attenzione alla dimensione internazionale della ricerca delle proprie e dei propri docenti, ricercatrici e ricercatori. Questo è testimoniato dai molti accordi di partnership internazionali esistenti e dalle numerosissime collaborazioni scientifiche presenti in tutti i Dipartimenti tra nostre/i docenti e colleghe e colleghi straniere/i. In accordo con quanto presentato nella sezione “I fattori della ricerca” del programma sulla Ricerca, sarà interesse primario del nostro Ateneo incentivare le iniziative di collaborazione internazionale, costruire partenariati strategici con Università eccellenti nella ricerca ed essere proattivi nella proposta e adesione a programmi di collaborazione dell’Unione Europea. In aggiunta a queste azioni, per consolidare la leadership del nostro Ateneo nella ricerca a livello internazionale sarà altrettanto fondamentale migliorare i meccanismi per la gestione e l’implementazione dei programmi di ricerca internazionali finanziati e la visibilità della ricerca da essi prodotta, fattore fortemente correlato al numero di nostre/i docenti che risultino vincitrici e vincitori di finanziamenti di ricerca europei e/o internazionali.
A tali fini, si evidenziano alcune azioni concrete, che mirano a una più snella ed efficace gestione delle proposte finanziate, all’accrescimento del numero e della qualità dei progetti scientifici sottomessi e alla conseguente crescita del loro tasso di finanziamento.
Internazionalizzazione della Terza Missione
Grazie alle attività di Terza Missione il nostro Ateneo è diventato un attore di sviluppo locale non solo in senso economico, ma anche come fornitore di servizi alla società civile in ordine al bene comune. In questo contesto le iniziative di internazionalizzazione sono dei mezzi, non sono dei fini in sé: esigono una chiarificazione delle finalità ultime (declinate in obiettivi intermedi realistici e sostenibili) in cui le attività di terza missione devono iscriversi. Le attività di terza missione sono dunque da considerarsi ugualmente importanti tra le attività di internazionalizzazione: è lo spazio inoltre dove Padova compete nell’eccellenza della cooperazione non solo entrando in reti esistenti, ma anche creando iniziative strutturali nuove dando priorità al social engagement come i Sustainable Development Goals (SDG)
Il nostro Ateneo diventa visibile come catalizzatore di risorse (Università, privati, reti ONG) in ordine ad azioni cooperative che hanno come priorità il raggiungimento dei SDG, in particolare la salute pubblica e la protezione climatica e ambientale (UN SDG 2030); visibilità non connessa a una rappresentazione effimera e astratta di marketing, ma ancorata ai rapporti reali, effettivi ed efficaci di cooperazione e di servizio al bene comune inteso non solo a livello locale e nazionale.
Nel prossimo sessennio molto dovrà essere fatto per aumentare la dimensione di internazionalizzazione delle azioni di terza missione, partendo da alcune azioni:
Servizi alla comunità studentesca e al corpo docente per l'internazionalizzazione
I servizi per l’internazionalizzazione offerti dall’Ateneo alla comunità studentesca e al corpo docente andrebbero pianificati secondo due principi guida relativi alla mobilità in entrata e a quella in uscita. Per quanto riguarda la mobilità in entrata, il numero di studentesse, studenti e docenti internazionali non è necessariamente correlato al livello di internazionalizzazione di un Ateneo, che richiede invece un insieme sistematico di azioni volte a favorire una reale integrazione accademica e sociale; in riferimento alla mobilità in uscita, si tratta di uno strumento prezioso che va incentivato, poiché capace di instaurare un circolo virtuoso, con importanti ripercussioni sull’internazionalizzazione della ricerca, della didattica e della terza missione a diversi livelli (locale, nazionale e internazionale).
Degree-seeker, studentesse e studenti in mobilità incoming
L’Ateneo di Padova negli ultimi anni ha investito risorse umane ed economiche considerevoli per attivare e fornire servizi di accoglienza, supporto e orientamento a studentesse e studenti degree-seeker e in mobilità in entrata (di seguito denominati internazionali). Tuttavia, la gestione di questo tipo di utenza pone ancora diverse sfide soprattutto a livello di Dipartimenti e Scuole, dove la preparazione in termini di competenze linguistiche e interculturali del personale degli uffici predisposti ad accogliere tali studentesse e studenti è caratterizzata da una forte disomogeneità. Inoltre, si riscontra un incremento del bisogno di supporto psicologico da parte degli studenti internazionali, soprattutto se provenienti da zone di conflitto o in attesa di protezione internazionale.
Sulla base di queste considerazioni, si propongono le seguenti azioni:
Studentesse e studenti in mobilità outgoing
Nel nostro Ateneo, il numero di studentesse e studenti che scelgono di svolgere un periodo all’estero durante il loro percorso di studi o tirocinio è in costante aumento (con un rallentamento nell’ultimo anno a causa della pandemia), anche grazie al sempre maggior numero di accordi bilaterali ed Erasmus stipulati tra la nostra sede e le Istituzioni accademiche estere. Nonostante l’Università di Padova sia uno degli Atenei italiani con il più alto numero di studentesse e studenti che intraprendono un’esperienza di mobilità all’estero, la nostra sede tuttavia non è ancora allineata con gli obiettivi della Commissione Europea, secondo i quali almeno il 50% della popolazione studentesca universitaria europea dovrebbe essere esposto a un’esperienza di mobilità internazionale entro il 2025. Questo obiettivo non potrà certamente essere soddisfatto pensando alla sola classica mobilità fisica internazionale Erasmus, ma soprattutto tramite l’implementazione delle nuove forme di virtual mobility che andranno molto potenziate in futuro.
Alla luce di questa premessa, si propone di:
Docenti internazionali e in mobilità incoming
Uno dei criteri più importanti per valutare il livello di internazionalizzazione delle Università è la presenza di docenti di nazionalità estera nel proprio corpo docente con una posizione permanente. Anche l’erogazione di corsi/insegnamenti da parte di docenti internazionali per uno o più semestri è un indice rilevante di internazionalizzazione. Nonostante negli ultimi anni siano stati introdotti o perfezionati diversi dispositivi amministrativi per favorire il reclutamento e la mobilità incoming di docenti straniere/i, questo aspetto rimane uno dei punti critici all’interno del sistema universitario italiano. Inoltre, per quanto riguarda la mobilità delle e dei docenti in entrata, non vi è allo stato attuale una struttura deputata alla gestione di questo tipo di utenza, che tuttavia richiede un’attenzione specifica nell’organizzazione del proprio soggiorno.
Si ritiene quindi opportuno proporre di:
Docenti in mobilità outgoing
I periodi di permanenza all’estero per motivi di studio, ricerca e/o didattica costituiscono uno strumento fondamentale per poter incrementare la propria formazione accademica e rafforzare le relazioni dell’Università di Padova con altre Istituzioni accademiche nel mondo. Attualmente sono previsti numerosi programmi di mobilità rivolti alle e ai docenti che offrono la possibilità di svolgere questo tipo di esperienza, con un’ampia variabilità in termini di durata e di supporto finanziario. Tuttavia, spesso i bandi relativi a queste iniziative non ricevono un numero sufficiente di domande per diversi motivi (es. insufficiente copertura finanziaria, elevato impegno didattico richiesto, difficoltà a conciliare il periodo da svolgere all’estero con i propri impegni didattico-istituzionali). Di conseguenza, si rileva un numero ancora relativamente esiguo di docenti che sceglie di partecipare a questo tipo di programmi che si potrebbe incrementare attraverso:
Ranking Internazionali
I ranking internazionali sono indici quantitativi che tengono conto di svariati fattori. Quelli che da più vicino interessano la dimensiona internazionale degli Atenei sono:
Gli obiettivi e le azioni che qui di seguito proponiamo tendono per prima cosa ad assicurare che il ranking fornisca un’immagine corretta del nostro Ateneo, che quindi non ci penalizzi né distorca. Un approccio quindi molto pratico, che si fondi su fatti concreti, senza la pretesa o il tentativo di creare marketing di facciata, che potrebbe certamente farci scalare qualche posizione, ma non garantirebbe lo sviluppo sul lungo periodo. Infatti la mera rincorsa degli indicatori di ranking può avere un effetto controproducente: le azioni che tendono ad accrescerli più rapidamente, come politiche non razionali di reclutamento o azioni non sostenibili sul medio periodo per diventare attrattivi per studentesse e studenti talentuose/i, possono disinvestire energie per sviluppare un approccio profondo di lungo termine attraverso l’internazionalizzazione del curriculum, dell’apprendere e dell’insegnare, nell’investire in progetti di ricerca congiunti e di cercare la dimensione globale della responsabilità sociale.
Consapevoli di questo, proponiamo azioni che possano stimolare politiche reali di miglioramento del sistema e che, di conseguenza, portino a una naturale ascesa del ranking, grazie alla nascita di un circolo virtuoso, in cui il miglioramento della dimensione internazionale aumenti l’attrattività di Padova per studiose e studiosi internazionali (anche di alto o altissimo profilo), la cui presenza, a sua volta, contribuirà ad aumentare la nostra visibilità. Tutto questo troverà una sua naturale concretizzazione in un consolidamento corretto della posizione di Padova nei ranking internazionali, dove gli indicatori devono essere trattati come una naturale conseguenza di buone politiche, piuttosto che come obiettivi finali.
Negli ultimi 5 anni è stato svolto un importante lavoro di consolidamento e sensibilizzazione relativamente al ranking, che ha portato il nostro Ateneo alla soglia della posizione 200 (+/- 50 circa) in quasi tutti i ranking, con risultati puntuali per alcune aree di assoluto prestigio. Il traguardo da consolidare nei prossimi anni sarà certamente di mantenere e possibilmente migliorare ulteriormente queste posizioni, sia nei ranking più conosciuti (QS, THE, CWUR, etc.) che in quelli più recenti e/o tematici (RUR, UI Greenmetric, etc.), tenendo conto che la crescente, fortissima concorrenza di molti Atenei asiatici rende il mantenimento della posizione assoluta nel ranking in realtà una consistente crescita in termini relativi. Per mantenere e migliorare la nostra posizione nelle classifiche internazionali alcune azioni sono possibili: